mercoledì 14 gennaio 2009

Test prenatale per l'autismo dal liquido amniotico:cosa fare?

L'articolo che mi è capitato di leggere oggi è proprio uno di quelli che implicano una discussione, tratta di un'innovazione in campo scientifico, e cioè la diagnosi dell'autismo nei feti subito posteriore alla scoperta di quella per la sindrome di Down. Alla consapevolezza dei futuri genitori possono conseguire due reazioni: la preparazione dei due ad affrontare la malattia del figlio con tutto quello che comporta oppure l'eliminazione fisica del nascituro, l'aborto. E finchè non sarà possibile "guarire" la malattia, c'è possibilità di scegliere entrambe le soluzioni, concigliando così etica e scienza.
(L'articolo in questione si trova qui:http://italiasalute.leonardo.it/Copertina.asp?Articolo_ID=9743)

Ma per ora? Come ci si comporterà ORA?
Sicuramente si usufruirà di entrambe le scelte, qualcuno non se la sente di crescere un figlio non del tutto "normale" mentre qualcun altro non ci pensa su due volte e accetta comunque quel figlio che è sempre un dono.
Dovendo esporre il mio parere, io direi di non essere d'accordo nel scegliere la "via più facile", rinunciare a un figlio, che come ho già detto è un dono, per la paura di non essere in grado di crescerlo, di incontrare problemi o qualsiasi altra cosa. Anche da una decisione problematica come tenere un figlio con degli handicap potrà uscirne qualcosa di buono, un genitore può crescere con lui, imparando tante cose e soprattutto imparando l'amore che ad esempio autistici e Down possono dare (come qualsiasi altro figlio).
Certo è che se ci fosse una cura per la malattia da mettere in pratica già durante la gravidanza si risparmierebbe di mettere dei genitori davanti a una scelta così drammatica, ma, purtroppo, non si può forzare la scienza.

Inerente a questo tema vorrei consigliare un libro che ho letto e che è stato molto toccante e che dimostra quanto un bambino autistico possa essere sveglio ed ingegnoso, nonostante i suoi numerosi problemi:
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, di Haddon Mark.

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