lunedì 16 febbraio 2009

Alfie, il baby papà.


Una notizia shock, di quelle che lasciano senza parole, è quella che riguarda il piccolo Alfie, baby padre "made in England". Il caso è di qualche giorno fa, non è più poi così fresco, ma ci sono sviluppi interessanti. Ad esempio, il fatto che altri due ragazzini rivendichino la paternità, i due candidati sono:

Richard Goodsell, un adolescente di 16 anni che assicura di aver "condiviso il letto" con la madre della piccola Maisie per ben 3 mesi;
Tyler Barker, 14 anni che teme che la bambina possa in realtà essere sua, seguito di una notte di sesso con la madre proprio 9 mesi fa.

Il fatto è senza dubbio sconvolgente ed è lo specchio di una società che secondo me non può che essere allo sbando, una società in cui un bambino di 13 anni si sente pronto per fare il padre è indefinibile.
Il fatto stesso che la giovanissima mamma abbia avuto più "partner" nel corso dello stesso periodo è sconcertante, nel senso che i fatti dimostrano l'attendibilità delle affermazioni di una persona che dice di sentirsi pronta per fare la madre. Se il profilo della "mamma ideale" è questo, è normale che si facciano figli a 13 anni.
Questa è la dimostrazione che il mondo va a rotoli, cosa che può sembrare un luogo comune, ma chi può affermare il contrario di fronte a una cosa simile?

Vi lascio con una frase che a me è sembrata emblematica di questa situazione e che rende l'idea più di quanto l'abbiano fatto le mie parole:

"Quando Chantelle è rimasta incinta abbiamo rifiutato l'aborto - ha detto Alfie al "Sun" - pensavo che sarebbe stato bello avere un bambino. Non credevo che fosse così dura. Io non ho denaro, mio padre ogni tanto mi dà 10 sterline".

giovedì 5 febbraio 2009

L'obesità e le sue vittime.

Una vera e propria epidemia che coinvolge ormai milioni di persone del Belpaese. Circa un italiano su tre, infatti, e' sovrappeso (34,2%), mentre uno su dieci e' obeso (9,8%). Sovrappeso e obesita' stanno diventando una vera e propria piaga per le societa' occidentali, sia in termini sanitari che socio-economici. Solo nel nostro Paese, ad esempio, ogni giorno sono 156 le persone che perdono la vita per le conseguenze dei chili in piu': dunque circa 57 mila persone l'anno muoiono per malattie attribuibili all'obesita'.

L'obesita' interessa in ugual misura uomini e donne. Il picco maggiore di obesita' si registra nel Meridione (11,4%) con valori allarmanti nella citta' di Napoli, specialmente tra i giovani.


L'obesita' non e' solamente una 'malattia da ricchi', come sostiene Stefano Vella, direttore del Dipartimento del farmaco all'Istituto superiore di sanita'. E' un luogo comune che va sfatato, perche' l'obesita' e' un problema che coinvolge tutti. Basti pensare a quelle fasce di popolazione piu' svantaggiate dal punto di vista socioeconomico - conclude - che tendono a consumare piu' carne e grassi rispetto a frutta e verdura".

Articolo: http://www.adnkronos.com/IGN/Cronaca/?id=3.0.2983425330




I numeri, come al solito, parlano e sono pronti come sempre ad informare, in questo caso di un fatto negativo che, purtroppo, affligge l'Italia così come tanti altri paesi nel mondo (basti pensare agli Stati Uniti).
Il problema è grave, non è solo il fattore estetico che crea problemi, ma anche la salute. E' curioso come in una società che è pronta a fornire qualsiasi tipo di aiuto a chi è in difficoltà, in questo caso con diete, palestre e quant'altro, un problema tale sia ancora così diffuso.
Ma cosa c'è alla base? Da cosa inizia tutto? Perchè non si riescono a evitare cose come l'anoressia, l'obesità e tutti i disturbi alimentari in genere?

Personalmente io credo che malattie, perchè sono vere e proprie malattie, come queste, siano anche peggiori di quelle che normalmente affliggono l'uomo in generale, queste vengono da dentro, dalla persona stessa, non vengono prese passivamente, come ad esempio il cancro, nascono da un complesso interiore.
Di conseguenza, la soluzione non potrà che venire da dove è nato il problema, dall'individuo; è per questo che io penso che sia ancora più difficile guarire: non ci sono cure passive da somministrare.